Se io scrivo

Ringrazio il cielo che mi abbiano insegnato a scrivere.
Scrivere è catartico, liberatorio. Scrivere è voluttà, sentimento, ragione.
E’ espressione pura dell’essere e, allo stesso tempo, una capacità rara, poiché non tutti riescono.

Perché se lo sai fare, scrivere può portarti lontano o farti scendere dentro di te, ma allo stesso può farti librare, volare in alto, in una dimensione in cui tutto si annulla e allo stesso tempo si crea.
Scrivere è puro spirito che si manifesta, dove è lei, l’Anima, a parlare.
E scrivendo io l’ascolto, le do voce. La coccolo.
Tutte le domande si dipanano, si sciolgono in un profluvio di lettere sincroniche che prendono corpo pian piano, diventando certezze.
Nulla più resta dentro, una volta scritto.
Ti senti poi leggero, come se qualunque cosa ci sia stata dentro di te fino all’attimo precedente, si fosse dileguata.

Scrivendo io amo, odio, piango, rido.

Tutto si esprime lì, materia scritta, su un foglio. Non restano più impalpabili, le emozioni.
Poiché è di quelle che io vivo.




.

giovedì 17 febbraio 2011

Vi lascio una canzone...


...non solo per farvi compagnia, ma anche perchè ci sono canzoni che riescono ancora a "dire", con tanta poesia.
Questa, secondo me, dice...


E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare
per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore

perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di dio
in questo sputo di universo

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo

chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore

che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
chiamami ancora amore.

Perchè siamo amore!




....dice proprio
quello che voglio sentire.
E poi mi è sempre piaciuto sto professore...


.

lunedì 14 febbraio 2011

Backward


Per caso ho fatto un viaggio in bus seduta all'incontrario.
Di solito non amo viaggiare così, perchè da uno strano brivido nello stomaco, simile a una vertigine.
Dai le spalle a ciò che sta avanti, ti devi affidare totalmente a chi guida e, in ogni caso, non puoi fare niente, qualsiasi cosa accada...
Così, presa da un impeto oserei direi infantile
, ho provato, giusto per vedere l'effetto che fa guardare le cose che ci si lascia alle spalle.
E una sensazione strana la provoca: sai bene cosa lasci, ma non sai dove stai andando, anche se apparentemente lo sai.
Scopri cose, case e paesaggi da un'angolazione diversa, al punto tale che ciò che hai sempre guardato abitualmente, diventa all'improvviso un territorio sconosciuto.
 
Sarà per questo che, quando a volte ci si guarda alle spalle, osservando ciò che abbiamo vissuto, ci prende un brivido,
visto che sembra appartenere alla vita di un altro.


.

venerdì 11 febbraio 2011

Prospettive


La bellezza è negli occhi di chi guarda, si dice...
Secondo me è la vera intelligenza ad essere di per sè bellezza.
Mi è capitato d'incontrare persone veramente intelligenti, che non mi sognerei mai di
considerare brutte, anche se oggettivamente lo sono.
Un cervello che funziona alla perfezione è in grado di farmi perdere la testa, lo riconosco.
Peccato che capiti davvero molto di rado, di incontrarne uno!
Ma anche per fortuna...

Sono molto affezionata alla mia testa, ammetto.


E' che sono stata programmata in maniera 
davvero imperfetta, prima di venire al mondo: 
ho un difetto nel software della memoria 
che rende i files ivi contenuti, incancellabili.
Ciò mi permette di confermare 
che i cavalli si vedono sempre alla distanza...


.

lunedì 7 febbraio 2011

Ir-Real(Mente)


Sul web nascono storie che spesso hanno davvero l'aspetto del Grande Amore.
Si tratta di storie intense, vissute fino allo spasmo, capaci anche di cambiare per sempre la vita di chi le ha vissute.

Sono storie che lasciano un segno.
Ne ho sentite tante, forse troppe, tutte travolgenti e con connotati identici: s'innalzano lentamente da tasti e schermo, fino ad essere vissute con una forte fisicità, quasi a dispetto della loro origine astratta e incorporea, ma nel momento in cui comincia il vero confronto (o trasbordo) con/nella cosiddetta "realtà", si frantumano e sciolgono come neve al sole.
Il motivo di tutto ciò, di tutta questa intensità, è che sono storie che partono prima dalla mente, a livello cerebrale quindi, e finiscono per coinvolgere tutto il resto.
Ciò accade perchè la mente è disposta ad ignorare la realtà immediata, quello che vede cioè, e fa suo quello che crede di dover vedere o che desidera vedere.
Pertanto ricrea il mondo a suo piacimento, qualunque esso sia, adattandolo a una costruzione autonoma che va oltre il visibile, perchè la mente non abita in nessun luogo, sia esso "reale" o "virtuale", in quanto viaggia tra l'uno e l'altro sulle tracce lasciate da ciò che è stato già visto, sperimentato o, in molti casi, sentito dire.
Non c'è dubbio: è di gran lunga più facile amare nel campo del desiderio (o sogno) che in quello della realtà.
Non solo è meno impegnativo, ma nutre il nostro bisogno di eccezionalità e unicità.
Per questo motivo l'esperienza sentimentale sul web può essere addirittura più intensa di quella che chiamiamo reale: la mente, non solo si adatta al mondo digitale, ma finisce per preferirlo, rendendo l'esperienza sublime.
Una relazione virtuale infatti è perfettamente conforme a quanto ci aspettiamo da essa, e così ci innamoriamo con facilità attraverso la realtà preconosciuta, imposta dalla mente all'irrealtà virtuale, proiettando le nostre fantasie sullo schermo del pc.

Ecco perchè alla fine risulta così più semplice amare una costruzione virtuale che un essere in carne ed ossa, così che nessun grande amore reale si adatterà mai all'ideale di perfezione richiesto dal Grande Amore che abbiamo nella testa.



Cosa si può considerare reale e cosa non lo è?
I recenti studi di fisica quantistica, affermano che la realtà,
intesa come concetto oggettivo, non esiste, perchè essa dipende
sempre dall'osservatore, quindi si deforma
secondo il pensiero di quest'ultimo
.



(Spunti di riflessione tratti dal racconto "Il cuore sul suffitto" di Lucía Etxebarria)


.

giovedì 3 febbraio 2011

Parole

Ci sono poesie o canzoni che ti piacciono tanto, perchè composte di parole che nessuno ti ha mai detto.
Oppure perchè hanno proprio le parole che ti sono mancate,
quando a dirle avresti voluto essere tu.

Eppure, io e te ce ne siamo detti di parole. Tante.
L'unica che avrei voluto dirti veramente,
sarebbe stata "resta".
Ma è stata proprio quella,
la sola, che le mie labbra
non hanno pronunciato mai.



Non domandarmi di capire adesso no,
le tue ragioni per partire
le so,
però ancora un pò con me così rimani qui.

Mi manchi già lo senti, sì.

Rimani qui dammi la mano
attraversando la notte insieme a me

non farmi più pensare a quando non dormirò
con te con te così.
(Rimani qui - Mina)



.

venerdì 28 gennaio 2011

Vuoto

   ...d'Autore

Come acqua, senza sforzo, sei arrivato a lambire territori nascosti e disabitati di me,
di cui mai avrei avuto coscienza, se non ti avessi incontrato.
Mi hai insegnato a tracciarne le mappe, ridefinendo i miei confini interiori,
ed hai scritto insieme a me pagine che altrimenti sarebbero rimaste anonime e bianche.
Poi, hai scelto di andar via.
Eppure del tuo passaggio è rimasta una traccia indelebile,
che come un quadro d'autore campeggia sui muri di quei luoghi in cui,
incontrandoti, mi hai fatta incontrare.
Senza di te, molta della mia storia non si sarebbe scritta,
rimanendomi per sempre sconosciuta.
E la vera perdita sarebbe stata questa, sarebbe stato questo il vuoto.
Non il fatto di aver perso te.



.