Se io scrivo

Ringrazio il cielo che mi abbiano insegnato a scrivere.
Scrivere è catartico, liberatorio. Scrivere è voluttà, sentimento, ragione.
E’ espressione pura dell’essere e, allo stesso tempo, una capacità rara, poiché non tutti riescono.

Perché se lo sai fare, scrivere può portarti lontano o farti scendere dentro di te, ma allo stesso può farti librare, volare in alto, in una dimensione in cui tutto si annulla e allo stesso tempo si crea.
Scrivere è puro spirito che si manifesta, dove è lei, l’Anima, a parlare.
E scrivendo io l’ascolto, le do voce. La coccolo.
Tutte le domande si dipanano, si sciolgono in un profluvio di lettere sincroniche che prendono corpo pian piano, diventando certezze.
Nulla più resta dentro, una volta scritto.
Ti senti poi leggero, come se qualunque cosa ci sia stata dentro di te fino all’attimo precedente, si fosse dileguata.

Scrivendo io amo, odio, piango, rido.

Tutto si esprime lì, materia scritta, su un foglio. Non restano più impalpabili, le emozioni.
Poiché è di quelle che io vivo.




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martedì 28 dicembre 2010

Voci


E' che certe cose nella vita è proprio necessario farle.
Così che non si possa dire di non averci almeno provato.

Ma soprattutto per mettere a tacere quella vocina insidiosa che ogni tanto si accende nella testa per dirti ma chi te l'ha fatto fare...

Anche se sa benissimo di chi si tratta.

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martedì 21 dicembre 2010

Penombre


L'ho amato senza pensare.
Così, come si ama davvero.
Poichè l'amore non ha pensieri, ma gesti.
E di gesti infiniti l'ho riempito, prezioso vaso di cristallo, fino a farlo tracimare.
Così mi è sfuggito dalle mani, come solo il cristallo sa scivolare, infrangendosi ai miei piedi e ricoprendomi di schegge.
Sono stata a lungo dolorante. Quelle schegge mi hanno trafitto la carne, salendo su, fino a penetrarmi il cuore.
Sarebbe stato meglio che fosse scivolato via come sabbia o vento.
La strada dell'oblio è dura e impervia. E' come voler cancellare d'un colpo i colori dal mondo.

Mentre dormivi ti respiravo. Non potevo solo guardarti o toccarti.
Non mi bastava.
Volevo che non fosse solo il tuo corpo a penetrarmi.
Dovevi entrarmi dentro con tutti i sensi.
Poichè solo coi sensi il divino sperimenta se stesso.
E' così che ci viene svelata l'illusione del mondo.
Ho fatto bene a farlo, quand'era il nostro tempo.
Ora Maya ha rialzato il suo velo e quel tempo è finito.
I mei respiri sono soli, adesso.

Mi resta il ricordo dei suoi occhi buoni, profondi, uguali a quelli di mio nonno.
Occhi teneri, occhi semplici.
Occhi che non avresti mai detto "che belli", se non li avessi guardati come li guardavo io.
Non mi ha più voluta, ecco com'è andata. Mentre io in quegli occhi ci avevo letto "per sempre".
Ora so che l'illusione può nascondersi davvero dentro gli occhi.

C'era luce.
Ovunque andassimo la luce ci avvolgeva e per strada
gli altri si voltavano a guardarci.
Forse apparivamo anche belli. Assieme eravamo sole e stelle e galassie.
Sembrava quasi muovessimo il mondo, tutto ci girava intorno.
Ridevamo felici di questo, ricordi?
Eravamo due bambini che si tenevano per mano nel parco giochi del mondo.
Mi chiedo quando hai smesso di tenere la mia mano...
Come ho potuto non accorgermene?
Con te non avevo paura. Ti amavo.
Anzi di più, ti amo.

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