Nell'mmensa gioia o nell'immenso dolore si sperimenta l'attimo presente.
Dimensione spazio tempo dilatata, incastro perfetto nel cuore terrestre di Cronos, in cui non esiste futuro nè passato.
Solo l'hic et nunc, il qui ed ora.
Prima o poi lo comprenderemo.
Chiamandoli amore oppure morte.
Poichè l'essere umano necessita di sperimentare gli estremi
per dare un senso alla vita e comprendere l'eternità.
.
Dimensione spazio tempo dilatata, incastro perfetto nel cuore terrestre di Cronos, in cui non esiste futuro nè passato.
Solo l'hic et nunc, il qui ed ora.
Prima o poi lo comprenderemo.
Chiamandoli amore oppure morte.
Poichè l'essere umano necessita di sperimentare gli estremi
per dare un senso alla vita e comprendere l'eternità.
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Il qui&ora mi ha sempre lasciato perplesso: lo riconosco come concetto valido ma non riesco ad assogettarmi ad esso,guardo sempre al poi. E mi fermo.
RispondiEliminaQui e ora...pesanti come nuvole e leggeri come macigni.
RispondiEliminaNon abbiamo altro.
"Poichè l'essere umano necessita di sperimentare gli estremi
RispondiEliminaper dare un senso alla vita e comprendere l'eternità."
Come se l'avessi scritto io...bacio..:***
OUT:
RispondiEliminaE' un concetto molto difficile, è vero.
Non è una cosa da tutti i giorni, tipo andare a fare la spesa al supermaket....
Io l'ho sperimentato come ho detto nel post: nel grande amore, inteso come grande felicità, e nel grande dolore, inteso come morte.
ALESSANDRO:
RispondiEliminaPreferisco la pesantezza delle nuvole, alla leggerezza dei macigni...
:))
PROF:
RispondiElimina..e invece l'ho scritto io, na volta tanto! :)))
Baci a te, stella :**
tanto per non smentirmi: non riuscendo a riappropriarmi del mio passato e non riuscendo a guardare OLTRE, non mi resta che vivere nel presente. Attimo per attimo. :)
RispondiEliminaE' così: essere pienamente presenti a sé e all'attimo, senza tempo passato o futuro. Solo in questo modo la gioia non ci sfugge, piena e quasi miracolosa e così anche il dolore se pur di lui faremmo volentieri senza, ma anche per esso, lasciare che ci attraversi, sfuggirgli non servirebbe, lo si accoglie e si ricomincia da lì.
RispondiEliminaPiù o meno tutti abbiamo sperimentato gli estremi pur se in maniera differente [per quanto riguarda il dolore vien da dire menomale] ma il richiamo al qui&ora vuol essere esortazione a vivere appieno degli attimi di felicità per farne biada per l'inverno? *sono tardo,lo so*
RispondiEliminaSCHEGGE:
RispondiEliminabene, allora sei bravissima!
perchè proprio così che si fa! :)))
SHADOW:
RispondiEliminaSi....Accoglienza del dolore, così come faremmo per la gioia.
Lasciare che ci attraversino entrambi, senza soccombere.
La vera forza è in questo.
OUT:
RispondiEliminaSe fosse possibile, perchè no?
E' sempre meglio rimuginare sulla biada-felicità.
Che ce ne sia in abbondanza in tal senso sempre...e semmai andarla a cercare nei meandri in cui si nasconde.
Il trucco sta nell'ingannare la mente, visto che pare cibarsi solo di cose che già conosce.
E' risaputo che essa è tendenzialmente masochista, oltre che menzognera! :))
Domani finalmente sarà un lunedì normale, e io torno ufficialmente in ferie...-)):***
RispondiEliminaeheheheheh...
RispondiEliminale feste ti hanno schiantato eh? :)))
Sai,mi dicono che io non dia tempo,nemmeno a me stesso,me ne vado prima di stancarmi,la trovo una tecnica geniale,lascia splendidi ricordi [e vagoni di rancore,unico effetto collaterale]. A proposito dello sperimentare,in pratica mi si dice che solo dai due estremi vissuti si potrà comprendere il senso della vita?
RispondiEliminaOh certo! davvero geniale :)
RispondiEliminami hai fatto venire in mente Marilyn Monroe...con quella fine precoce, lei rimmarrà giovane per sempre.
Così anche le tue storie non avvizziranno mai, non saranno mai vittime di noia e quotidianità condivisa troppo a lungo.
Per la tua domanda la risposta è si.
Ma è il mio punto di vista, io non sono una che conta :)))
Chiamatemi Marilyn [c'era una bellissima e poco nota canzone di Cocciante] e si,è vero,l'alone di mistico incompiuto lascia sapori buoni. Anche se pare abbiano l'amaro in bocca [subito,poi capiscono il senso]. Tornando al post credo tu abbia ragione,il punto nodale però è che per il dolore c'è un metro inequivocabile di giudizio mentre per la felicità [amorosa] temo esistano scale cangianti.
RispondiEliminaNon sono d'accordo che per il dolore c'è un metro inequivocabile di giudizio.
RispondiEliminaIl dolore che ho sentito quando mi sono sbucciata un ginocchio a cinque anni, è stato ben diverso da quello di quando è morta mia madre o di quando è finita la mia storia d'amore o di quando ho perso il lavoro...
Scale di colore precise come il taglio di un bisturi.
Ho esperienza anche io di dolore, ma non me ne voglio vantare :)))
Veramente esa esattamente ciò che intendevo: per il dolore se parli di ginocchio,perdite importanti,situazioni difficili TUTTI possono comprendere,le scale ci sono per ogni "tipo" di dolore [ferme restando le differenti modalità del viverlo] mentre per la felicità non credo esistano valori "comprensibili" proprio perchè le scale differiscono in base all'attribuzione personale
RispondiEliminaQuestione di intensità.
RispondiEliminaEcco che torniamo al titolo del post.
:)))
Si,ma per il dolore ho degli esempi e ti comprendo,per la felicità [pur avendo esempi] no *testa dura,si*
RispondiEliminaPer la felicità anche io ho degli esempi bellissimi. Non ci sono parole in grado di descriverli.
RispondiEliminaForse il problema è quello...
Non è facile trovare un corrispettivo adeguato nelle parole.
Sono cose che si provano e non si dicono.
E' appunto ciò che intendo: in negativo ci sono esperienze paragonabili,in positivo mancano i paragoni perchè ognuno ha propri canoni descrittivamente impossibili da rendere.
RispondiElimina:))
RispondiEliminaed ora, visto che siamo d'accordo su tutta la linea, possiamo andare a letto...
cioè, io vado a dormire, ^___^
Buonanotte e a domani! :*
cari Aut e Alma, io credo che la felicità sia come l'attico. Sta in alto che più in alto non si può. Per il dolore ci sono deverse soglie e questo vale sia per quello fisico che per quello emotivo. La mia resistenza al dolore fisico ha una soglia molto alta; per questo quando soffro emotivamente , spesso, preferirei sparararmi in un piede. :))
RispondiEliminaScheggina,concordo sulla felicità come attico,ne avevo scritto e se ho salvato ripubblico,l'idea è quella della scala,come in amore,arrivi a qualche piano e finché non sali con una compagna diversa non sai se sia il livello più alto. Finché non lo raggiungi. Per il piede ed il dolore emotivo non so,scelta difficile...te la lascio :))
RispondiEliminaChe pelotas,ero out,mi sono dimenticato la firma.
RispondiEliminaSCHEGGE:
RispondiEliminaLo so che per alcuni la sofferenza fisica è inferiore a quella emotiva.
Per me, per esempio, sono intollerabili entrambe. Si dice mens sana in corpore sano non a caso.
E' vero che la felicità è un attico. E' bello salire in alto :))
OUT:
RispondiEliminalo sai che mi hai fatto venire in mente una barzelletta?
forse la conosci, ma te la scrivo lo stesso...
C'è un albergo per sole donne. Il portiere spiega alle clienti come funziona la cosa: "Abbiamo diversi piani. Voi potete salire piano per piano e quando trovate quello che cercate vi potete fermare. E' facile decidere, perché ad ogni piano c'è un cartello che vi dice cosa troverete. L'unica regola è che, una volta lasciato un piano, non potrete più tornare indietro". Le amiche si consultano e decidono di accettare. Così cominciano a salire e al primo piano trovano un cartello: "qui tutti gli uomini sono pessimi amanti, ma sono sensibili e gentili". Le amiche ridono e senza esitazione proseguono per il piano successivo. Il cartello al secondo piano dice: "qui tutti gli uomini sono amanti fantastici, ma normalmente trattano male le donne". Le amiche si scambiano uno sguardo e con decisione imboccano nuovamente le scale.Arrivano cosi al terzo piano, dove trovano il seguente cartello: "qui
tutti gli uomini sono grandi amanti e sensibili alle esigenze delle donne". La cosa sembra interessante, ma ci sono ancora altri due piani. Al quarto piano, il cartello è perfetto: "qui tutti gli uomini hanno un fisico perfetto; sono sensibili e gentili con le donne e amanti straordinari; sono anche single, ricchi e sinceri". Le donne sono molto interessate, ma decidono che è meglio vedere cosa ha da offrire il quinto piano. Così salgono ancora e trovano il seguente cartello: "qui di uomini non ce ne sono. Questo piano è stato costruito solo per dimostrare che non c'è proprio modo di accontentare una donna".
Esiste anche un analogo albergo per soli uomini...
Al primo piano c'è un cartello che dice:
- "Donne piacenti che parlano solo se necessario".
Nessun uomo è mai salito al secondo piano.
Ecco, a leggerti mi sei sembrato molto una donna...
:))))))))))))
Cvd: la "lei" diceva che in fondo sono checca [testuale]. Ho dei dubbi. *out
RispondiEliminaahahahahahahahah...anche io ho dei dubbi!
RispondiEliminaPerò hai comportamenti femminili :))))
Vabbè, tanto oggi, per certi aspetti, non c'è più una netta linea di demarcazione tra i due sessi.
Comportamenti femminili? Ieri mi hanno messo il fard...un giorno ne scriverò...comunque da donna faccio una bella figurina. Di... :(
RispondiEliminaSono certa che hai belle gambe e un bel popò....
RispondiEliminaMi auguro che anche le tette facciano la loro bella figura, eh!
:)))))
(muoio!)
Chi ti ha dato la mia foto!?
RispondiEliminaEhmm.....nessuno!
RispondiEliminaTutto frutto della mia favolosa immaginazione.
Tette comprese.
:))))
Ebbene si,sono una bella gnocca. Digiamogelo!
RispondiEliminaCerto, Topo Gigio :)))
RispondiEliminaAllora le foto le hai viste! *out
RispondiEliminaebbene si...
RispondiEliminace n'era una in cui le tue tette stupende, facevano tanta invidia alle mie!
ho anche pianto....
:)))
Dai su,non fare così,per le tette c'è sempre il chirurgo!
RispondiEliminaNon ci penso neanche!
RispondiEliminaFarmi tagliuzzare e imbottire come una gallina. Me le tengo così.